domenica 19 aprile 2020



In data 19 aprile 2020, alle ore 17:00, si è riunita la commissione dell'associazione e ha valutato, con grande soddisfazione, i lavori pervenuti tra i quali delle particolari sorprese... la nostra amica americana  Jacquelyn Fede e il nostro amico giornalista Stefano Venditti.

QUARANTINE


(Jacquelyn Fede)


Quarantine you keep me safe
But you also keep me sane
Social isolation is just better for my brain

All day on my schedule
No peers don’t see my neighbors
And now it is best practice not labeled problem behavior

No I don’t want a virus
Causing death around the world
But it Shouldn’t take pandemic for my way to be affirmed

So stay at home and play at home
And let’s not let this spread
Its Survival of the distance and a battle from your bed

We know its hard to live your life
When they force you to comply
With everything unnatural; when you live a social lie

So remember the words to this catchy tune
When all of this is through
Because You’ll get back your normal
And they’ll go back to expecting it
of
us
too.






Quarantena, mi tieni al sicuro
Ma mi mantieni anche sana di mente
L'isolamento sociale è proprio il meglio per il mio cervello

Tutto il giorno secondo il mio programma
Nessun coetaneo non vedere i miei vicini
E ora è buona prassi non etichettata comportamento problema

No, non voglio un virus
Che causa la morte in tutto il mondo
Ma non dovrebbe essere necessaria la pandemia per affermare il mio modo

Quindi resta a casa e gioca a casa
E non lasciamo che questo si diffonda
La sua sopravvivenza della distanza e una battaglia dal tuo letto

Sappiamo che è difficile vivere la tua vita
Quando ti costringono a rispettare
Con tutto innaturale; quando vivi una bugia sociale

Quindi ricorda le parole di questa melodia orecchiabile
Quando tutto questo è finito
Perché tornerai alla normalità
E torneranno ad aspettarselo
di
noi
pure.

LA GIOIA DI ESSERE LIBERO ANCHE SUL TERRAZZO



(Andrea)


PREGHIERA DI MARIO


IO FUORI DAL VIRUS IN BICI


(Mario T.)


(Francesco)










SOFIA DENTRO E FUORI DAL CORONA VIRUS

Mi chiamo Sofia e sono una bella bambina autistica di dodici anni.
Frequento il primo anno della scuola secondaria e questi ultimi mesi sono stati complicati per me,infatti ho dovuto affrontare un cambiamento molto sofferto,
ossia il passaggio dalla scuola dei piccoli a quella dei grandi, perché ormai non si poteva più rimandare. Lasciare la primaria,dove tutti mi conoscevano e mi volevano bene per quella che sono, e arrivare in una scuola nuova,senza la mia adorata maestra e tutto ciò che mi dava sicurezza,mi ha mandato un bel pò in crisi. Piano piano però,a piccoli passi e dopo mille difficoltà,ho iniziato a fidarmi ,a prendere confidenza con il nuovo ambiente, i nuovi insegnanti ed ho cominciato ad andarci più volentieri.
Un giorno però,mi avvicino allo zaino come faccio sempre la mattina appena mi sveglio, per avere la conferma che si va a scuola,i miei genitori mi dicono di no perché è chiusa.
Cercano di spiegarmi qualcosa,ma io non capisco,per me non è facile,ho bisogno di immagini e di tempo e spesso neanche servono più di tanto.
Forse sarà sabato, penso,e non mi preoccupo.
I giorni iniziano ad essere due,tre,quattro...Boh, vedo che a casa c'è anche la mia sorellina e questo mi tranquillizza un pò.
I miei genitori cercano di tenermi impegnata a casa come possono,ma non è semplice,io ho energia da vendere e sono poco collaborativa.
Anche i nonni cercano di tranquillizzarmi,perché tutte le persone a me più care, sanno che ho bisogno di mille rassicurazioni per stare serena e quindi cercano di non farmele mancare mai.
I giorni continuano a passare ed io inizio ad annoiarmi. I miei genitori cercano di farmi lavorare perché a scuola stanno utilizzando la didattica a distanza,ma a me non piace questa novità e non l'accetto proprio. Voglio ritornare a scuola e voglio che tutto torni come prima!Rivoglio la mia routine, perché i cambiamenti mi provocano ansia e non li sopporto. La mia famiglia continua a dirmi che non si può tornare a scuola perché c'è il CORONAVIRUS, ma io non lo capisco e soprattutto non mi interessa!
Così inizio a fare dispetti e a mettere in atto tutti i comportamenti peggiori che conosco,quelli che gli altri chiamano "comportamenti problema".Inizio a provocare più che posso e spesso mi arrabbio,perché questo è il modo che conosco per dimostrare il mio malessere,dato che io non so parlare,ma non cambia nulla.Così inizio a mangiare meno e dormire pochissimo.
Vedo la mia famiglia stanca e capisco che non è semplice neanche per loro,soprattutto per mamma,lei è la mia valvola di sfogo,lei dovrebbe avere la bacchetta magica per far sparire tutto ciò che mi fa star male,e allora perchè non lo fa?
Spero che finisca presto questo brutto periodo,per me ci saranno altri problemi e periodi bui,ci sono spesso nella vita,però questo drastico cambiamento io non sono riuscita proprio a capirlo e soprattutto ad accettarlo.
Anche se questa maledetta patologia mi imprigiona in un mondo tutto mio, in cui poche persone hanno il privilegio di entrare,io ho bisogno della mia libertà,perché in fondo sono uno spirito libero.
Affrontare il CORONA VIRUS è difficile per tutti,ma per i bambini speciali come me e per le loro famiglie,lo è ancora di più.
(Sofia)


Una riflessione dall’Emilia Romagna

MARZABOTTO – Tutti mi chiedono e si chiedono. Quali sono gli aspetti positivi della quarantena? Sembrerà strano ma ne sono diversi e tutti validi! Il primo è quello che stando a casa evitiamo che il coronavirus possa ulteriormente diffondersi. Stando ognuno a casa propria, rispettando le regole, evitiamo che le fasce deboli della popolazione, come bambini ed anziani, possa ammalarsi. Già questi motivi dovrebbero essere sufficienti per rimanere tra le quattro mura di casa. Ma come detto i buoni motivi sono tanti. Nella vita frenetica che ognuno di noi conduce quotidianamente, rallentare fa bene alla mente, allo spirito e al cuore. Con il periodo di quarantena ognuno di noi ha potuto dar maggiore credito a tutte quelle cose che prima o sottovalutava o peggio ignorava. Prima di tutto il piacere di trascorrere più tempo con la famiglia; con i figli; con i genitori; con la propria moglie o marito; con i propri genitori e nonni. Il piacere di potersi svegliare con calma la mattina e gustarsi una colazione tutti insieme e senza fretta, magari con dolci e leccornie preparate insieme sui fornelli della cucina. Avere più tempo per giocare con il proprio figlio o figli e dare le giuste attenzioni a piccole cose. Come ad esempio scambiare due chiacchiere sul balcone con il vicino di casa o dal davanzale di una finestra. I nostri balconi e le nostre finestre sono diventati i nostri occhi e le nostre orecchie sul mondo che ci circonda. Attraverso loro percepiamo la gioia, il dolore, la tristezza, l’amore che malgrado la quarantena continuano a volteggiare nell’aria. Per chi è costretto a stare a casa una finestra, un balcone, una terrazza, si sono tramutati nel naturale prolungamento del proprio corpo e dei propri sensi con i quali mantenere quei rapporti di vicinanza e solidarietà con il resto del mondo. Uniti tutti in un abbraccio virtuale, vero, ma altrettanto sentito e sincero. Ci sono cose ben più negative di stare chiuso a casa ed inventarsi ogni giorno, ogni ora, qualcosa di nuovo per trascorrere il tempo. Riteniamoci fortunati perché noi dobbiamo solo stare sul divano di casa. Altri sono costretti a combattere in prima linea il coronavirus con tutti i pericoli del caso. Il nostro dovere e compito è quello di stare a casa. Lasciamo ad altri e a persone più competenti il delicatissimo ruolo di difensori del popolo italiano dalla minaccia del coronavirus. Uniti e insieme usciremo anche da questo momento negativo. In passato l’Italia e gli italiani sono riusciti a rialzarsi da periodo altrettanto brutti. Basterebbe chiedere ai nostri nonni. Buona quarantena a tutti voi e forza e coraggio! Un abbraccio dall’Emilia Romagna.
(L'amico Stefano, dott. Stefano Venditti, giornalista)

COMUNE DI CAMPOBASSO


(SERVIZIO CIVILE COMUNE DI CAMPOBASSO)


La commissione ha ritenuto che gli elaborati abbiano tutti grande valore, pertanto, nella loro differenza vengono considerati una straordinaria partecipazione e valutati ad ex-equo.

Si ringraziano tutti i concorrenti per aver accolto l'invito.







mercoledì 1 aprile 2020

Giornata Mondiale per la consapevolezza dell'Autismo - "Dentro e Fuori dal Coronavirus"








Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo
giovedì 2 aprile 2020

In occasione della Giornata Mondiale per la consapevolezza dell’Autismo,
l’Associazione “Le Onde”
propone il bando:
“dentro e fuori dal coronavirus”

Bambini, ragazzi, genitori e amici raccontano il vissuto di queste giornate di “quarantena” in maniera creativa.
Lo stimolo è che ognuno pensi in maniera accessibile a tutti, e tenga conto che il linguaggio più semplice, per la comprensione da parte delle persone con autismo, è quello visivo e riconducibile ad esperienze concrete.
Si suggerisce la lettura e l’interpretazione personale della favola “Bimbicittà  e il Coronavirus”, scritta dal pediatra dott. Lamberto Reggiani (la proponiamo tradotta in simboli CAA e in carattere maiuscoletto per una più facile lettura); oppure “La passeggiata del coniglio”, diffusa dall’amica giornalista bergamasca Sabrina Penteriani.
Ogni partecipante può proporre:
a.    una storia - in cui rivisita in maniera personale le due favole proposte;
b.    delle immagini - che supportino la comprensione con un’illustrazione in sequenze;
c.    un disegno;
d.    un video;
e.    una narrazione;
f.    una composizione di ritagli di foto o immagini;
g.    un racconto completamente inventato e personale;
h.    una poesia;
i.      una canzone;
j.     un articolo di giornale.
Nella libertà del componimento, l’unica regola resta la possibilità di essere compreso da tutti, in particolare da quanti hanno una “neurodiversità” e dunque una modalità singolare di accedere al significato dei messaggi che vengono lanciati con le produzioni realizzate.
La “commissione” sarà composta da tre componenti "esperti" di differenti età (un bambino, un adolescente, un giovane) membri dell’Associazione e gli elaborati che risponderanno al requisito di comprensibilità, verranno pubblicati sul blog de “Le Onde” (http://smeleonde.blogspot.com/).
I tempi per l’invio delle proposte vanno dalla giornata dell’autismo, giovedì 2 aprile, a Pasqua, domenica 12 aprile; mentre le valutazioni verranno effettuate nella settimana successiva e la pubblicazione sul blog avverrà da domenica 19 aprile.
L’indirizzo a cui inviare gli elaborati è: associazione.le.onde@gmail.com
Per chiarimenti è possibile contattare il presidente: Antonella Fatticcio (cell. 3387733205).



















Autism Level UP!


 Autism Level UP!

Campobasso partecipa alla campagna di sensibilizzazione sull’Autismo

https://www.molisenews24.it/campobasso-partecipa-campagna-sensibilizzazione-autismo-38130.html

sabato 23 dicembre 2017

"SORRISI 2018  - io cresco"
Questa mattina, nella sala consiliare del comune di Campobasso l'associazione "Le Onde" ha presentato il calendario 2018. Più che un vero e proprio calendario, la pubblicazione è la realizzazione di un modo particolarmente semplice di comunicare, fatto degli strumenti di uso quotidiano e che condivide le modalità naturali di vivere il quotidiano.
E' l'ordinario che diventa straordinario, i bambini che danno lezione

La classe terza media di Baranello a lezione di giornalismo con Giuseppe Lanese



Il primo posto conquistato da uno degli allievi al Concorso Giornalistico “Premio Pietro Fasolino” ha regalato alla sua classe, la terza media della scuola di Baranello, una lezione con il giornalista Giuseppe Lanese.

L’incontro è stato aperto dall’ideatore del concorso, il giornalista Stefano Venditti e da un membro dell’associazione “Le Onde”. Il premio dell'allievo è proprio un “premio” nel Premio, perché il ragazzo ha partecipato al concorso, insieme al fratello più piccolo, con gli amici dell’Associazione “Le Onde”, più per fare squadra che per concorrere ad un podio. Il ragazzo ha partecipato alla selezione con un articolo, mentre il fratellino alla sezione fotografica per la scuola primaria dello stesso concorso e per tale ragione anche il piccolo concorrente ha preso parte alla lezione aggiudicatasi dal fratello maggiore.

La competenza del prof. Lanese è emersa immediatamente; i ragazzi, anche quelli che all’inizio sembravano più guardinghi e timidi, sono stati catturati dalla speciale modalità di coinvolgimento e dalla straordinaria interattività dell’intera proposta.

Si è passati dal leggere un articolo dal giornale cartaceo a ricercare le differenze nella stessa notizia trasmessa dal web. I ragazzi sono stati introdotti anche alla comprensione della notizia e alle modalità di trasmetterne i cinque punti nodali nelle modalità cartacee o digitali.

La capacità tecnica di Giuseppe Lanese si è fusa con un particolare ed efficacissimo stile educativo, che è riuscito a lasciare ai ragazzi anche il messaggio del pericolo che corrono utilizzando i social network, pur valorizzandone la grande versatilità anche per la didattica. La sua spiegazione ha aperto una serie di riflessioni molto mature da parte degli studenti, soprattutto rispetto a quanto meglio si potrebbe utilizzare la risorsa multimediale se si conoscesse e venisse spiegata, piuttosto che demonizzarla e contemporaneamente farsene schiavi.

Ogni allievo è stato invitato a scrivere un proprio articolo rispetto alla giornata e il primo a leggere la propria produzione è stato il più piccolo, ospite per un giorno di una classe più grande di lui.

La sensazione che è rimasta a fine incontro è che la lezione fosse ancora in corso, grazie alle riflessioni che ancora aleggiavano nella classe e che di certo continueranno.

Dopo la lezione di Daniela Lombardi a Spinete e quella di Giuseppe Lanese, per i premiati dell’Associazione “Le Onde” l’appuntamento è per il 10 gennaio a Campobasso.

mercoledì 8 novembre 2017

Daniela Lombardi a Spinete

Spinete,8 novembre 2017

Gli allievi delle tre classi della scuola secondaria di primo grado di Spinete stamattina hanno vissuto un momento importante, grazie alla straordinaria presenza della reporter di guerra Daniela Lombardi. L'occasione è stata regalata alla scuola dalla partecipazione al concorso giornalistico "Premio Pietro Fasolino", da parte di tre allievi. I tre bambini hanno partecipato al concorso con gli amici dell'Associazione "Le Onde" e poi, quando uno dei tre ha ottenuto il primo premio nella sezione fotografica e dunque si è "aggiudicato" la lezione con la reporter, insieme alla famiglia, ha deciso di condividere il premio con i suoi compagni e con la scuola.
Ha aperto l'incontro il giornalista Stefano Venditti, ideatore del Premio Giornalistico Pietro Fasolino, presentando anche le novità del nuovo bando, a cui ha invitato tutti gli studenti a partecipare. Una breve descrizione dell'associazione con cui il vincitore ha partecipato al concorso ha portato la riflessione sulla particolarità del "Premio", al quale partecipano da anni piccoli e grandi, senza limiti di età o caratteristiche personali, guidati dalla voglia di raccontare esperienze di movimento, anche quando non sono catalogate in vere e proprie discipline sportive.
La protagonista della mattinata è stata Daniela Lombardi, che ha portato con straordinaria delicatezza una testimonianza particolarmente forte. L'idea iniziale dei non addetti ai lavori era focalizzata sulla guerra e meno sull'immagine del reporter e dunque si era preoccupati per gli effetti emozionali su una popolazione giovane come i bambini tra i dieci e i dodici anni.
Dalla prima foto, invece, Daniela presenta la figura del reporter e la connota da subito della dimensione umana. La seconda foto presenta l'essenza del lavoro, che è soprattutto RACCONTO di incontri, di vissuti, di dinamiche emozionali. La terza foto narra lo sport possibile anche nelle situazioni estreme e lo presenta come strada dell'emancipazione possibile, via di fuga dal qualunquismo che lo considera perdita di tempo e tempo perso per maschi... Daniela presenta una squadra di cricket tutt'a al femminile!
Da questa foto, come un gioco fondato sulla scoperta, partono copiose le domande. I ragazzini, dopo i primi secondi in cui sembravano timidi, alzano ripetutamente le mani e con grande arguzia entrano sempre più nello specifico del lavoro, della vita dei luoghi, del confronto con la vita vissuta della giornalista ed emerge sempre più vivace l'attenzione per le realtà da lei incontrate. Il racconto si fonda sulle emozioni: "che cosa prova quando...?", "ha nostalgia...",  "le viene voglia di lasciare?"... "perché ha scelto di fare il reporter di guerra?"...  - "Ho sempre fatto la giornalista, ma volevo capire perché nel mondo accadono cose che a volte sembrano così stupide, volevo capire cosa c'è dietro." "Quello che faccio è raccontare, raccontare storie difficili." - "Racconto il bello delle emozioni e la straordinarietà dei legami."
È bello notare che in tutti i contesti ciò che vince è sempre la dimensione relazionale, che resta come filo conduttore anche in distanze apparentemente incolmabili come quelle che vogliamo ci dividano dalla guerra.
Daniela ci ha insegnato a leggere il bello nel brutto, il più brutto che immaginiamo nel sentire comune e scoprire che c'è vita anche nella guerra.
Il racconto del reporter consente di contattare questa dimensione così forte e restare in ascolto dell'emozione delle persone, in tutti i contesti in cui c'è vita.
Grazie a Daniela e ai bambini che hanno aperto questo dialogo.

E.S.