LaCHAMI in piazza …ancora…
Campobasso – 24 agosto 2016
“Vengono ad aprirvi il campo alle 16” - …nella devastazione
dell’animo generata dalle notizie del terremoto, nel sentire nel cuore e sulla
pelle un pianto misto a polvere e pietre… “che campo?!” si sarebbe risposto…
Proprio perché il pensiero non riusciva a collegarsi su altro e non voleva
scollegarsi dal dolore, ha faticato a raccogliersi su un appuntamento preso, in
un ieri ormai lontanissimo! Quante cose cambiano in un giorno!!! E il bilancio
delle vite spente alle 16 di oggi non era ancora nei numeri di ora, che ancora
crescono!
Il pianto davanti allo schermo della televisione o del
computer non porta alcun soccorso, anzi, spegne la vitalità… e allora via! Il
nostro modo di esserci è esserci e vivere il più possibile quello che viene
vissuto!
Luca è felicissimo di essere mobilitato dalla parola “gioco”!
Arriviamo in piazza poco dopo le 16: il campo è aperto… “senti, Luca, qui ci
possiamo anche sedere, è come un tappeto!” e intanto arriva la palla! A Luca
piace la palla, perché cattura le persone che sono intorno e le canalizza su di
lui che la lancia e si gioca insieme, cosa che lui adora! Dopo una piccola prova
“con i piedi”, nuova prestazione, non molto apprezzata perché più lenta e meno
alta del lancio, entra una squadra di ragazzi che giocano solo con i piedi e
sono bellissimi! “Beh, così sì!” A Luca piace moltissimo la condivisione e i
ragazzi sono dolcissimi: cambiano la loro idea di giocare e gli dedicano la
loro attenzione: tutto il campo regge il ritmo di Luca e Luca regge la
relazione mediata dalla palla e accetta più volentieri il rallentamento del
tiro con i piedi, imparandone il movimento. Di certo questo è stato uno dei
momenti più significativi! Quando i ragazzi sono usciti, ha iniziato a
cercarli! Piuttosto che tornare nel campo da solo, si dirige dritto dritto al Comune
e punta deciso le scale…è chiaro che vuole tornare nell’aula consiliare scenario
del nostro Corpus Domini… desiste solo perché la porta è chiusa! Proviamo a
tornare; il buon Franco Bossi prova a rimpiazzare la squadra dei ragazzoni e
intanto arriva Anna, super contenta di poter ripetere l’esperienza di ieri!
Domenico vorrebbe dedicare il suo impegno ad insegnare a Luca ad accettare di
bagnarsi e bere dalla fontanella, perché secondo lui “non sa che si perde!” e
quindi non ci pensa proprio a rientrare nel campo della sua detestata palla! Ma
dato che sono tutti tanto gentili e sorridono accoglienti mentre mette in
disordine cerchi e birilli, lui riparte con il suo gioco. Ognuno esprime a suo
modo la propria vitalità e la propria essenza, sia nel giocare che nel cercare
e stare nella relazione. L’incontro, la condivisione, il sentire di appartenere
ad un’unica Città, capace di lasciare esprimere e convivere le differenze, sono
i valori conquistati da questa esperienza e nella foto conclusiva con il Primo
Cittadino, definito da Anna “il mio amico Sindaco” e gli organizzatori della
manifestazione, sentiamo che c’è il nostro essere la città!
Questo pensiero, che porta alla considerazione della vita
del singolo come un assoluto di preziosità e nel nostro essere in pochi e sentirci
anche la città intera in noi, sembra ancora più doloroso ora leggere i numeri
che lievitano e sembrano risuonare di CENTOCINQUANTANOVE immense unicità… Per
tutte le vittime e tutti i sopravvissuti, le cui vite non saranno mai più le
stesse di ieri, regaliamo l’unica cosa che siamo, il nostro esserci… e la forma
di questo bellissimo campo faccia arrivare il nostro gioco come la preghiera
più bella che possiamo offrire, impreziosita dalla rete come da un fiocco su
una scatola di un regalo importante! Che l’energia che abbiamo versato valga
all’esaltazione della vita, dovunque essa sia ora!
E.S.